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La riabilitazione cognitiva rappresenta oggi il più efficace trattamento non farmacologico per le persone colpite da demenza. Grazie all’apprendimento, infatti, i pazienti riescono a trovare una nuova motivazione nell’utilizzo delle funzioni residue, combattendo perciò apatia, ansia e depressione.

La letteratura scientifica ha dimostrato come queste strategie compensatorie contrastino concretamente il decorso degenerativo: le terapie farmacologiche attualmente impiegate hanno solo la funzione di contrastare i sintomi della patologia, senza però modificarne il decorso, che purtroppo porta a un decadimento delle funzioni cognitive.

Attraverso la riabilitazione cognitiva, invece, il paziente ritrova la gioia di esperire piccoli gesti quotidiani, mantiene più a lungo la propria autonomia e riesce a mettere da parte il disinteresse.

Quali sono gli obiettivi della riabilitazione cognitiva?

  • promuovere il benessere della persona, concepito come il “miglior livello funzionale possibile in assenza di condizioni di stress”;
  • risolvere o controllare i problemi comportamentali;
  • ridurre lo stress di chi assiste;
  • ridurre l’utilizzo di mezzi di contenzione fisica e/o farmacologica.

Svolgere esercizi di tipo cognitivo esercita dunque un effetto benefico e persino protettivo sull’insorgenza delle demenze.

Perché la riabilitazione cognitiva è così efficace?

La neurobiologia moderna ha dimostrato che le connessioni del sistema nervoso possono essere modificate dall’esperienza, sia in termini funzionali (variazione delle quantità di neurotrasmettitore rilasciato), sia in termini di struttura (espansione o retrazione delle connessioni). Con la conseguenza che, se una parte dei circuiti nervosi risulta essere danneggiata, il cervello è in grado di attivarne un’altra sana, con cui svolgere ugualmente quella funzione. Un concetto che si riassume nella cosiddetta plasticità neuronale.

Quali sono le metodiche riabilitative più utilizzate?

Le attività laboratoriali svolgono una preziosa funzione di socializzazione e di stimolazione neuronale: la musicoterapia, per esempio, favorisce le funzioni cognitive, le capacità motorie, lo sviluppo emozionale, le abilità sociali, portando a un miglioramento della qualità della vita.

I laboratori di cucina e teatro sono fortemente indicati per chi soffre di disagi psichici gravi e sviluppano abilità di tipo motorio, ma anche di tipo identitario e psicologico.

Tra le principali metodiche di riabilitazione cognitiva destinate ai soggetti anziani figurano poi:

  • terapia di orientamento alla realtà (ROT), particolarmente indicata per i pazienti affetti da Alzheimer;
  • terapia di reminiscenza, con cui riattivare nell’anziano il ricordo del suo passato;
  •  terapia di validazione, basata su un rapporto empatico col paziente e sull’accettazione dello stato del paziente e dei suoi sentimenti;
  • stimolazione alla memoria procedurale, con cui si velocizza l’esecuzione di gesti quotidiani da parte del paziente;
  • peg words, ossia usare parole “ancora”, con cui il paziente possa ricordare determinati concetti.

Ma non bisogna dimenticare, infine, che ciò che aiuta a migliorare la qualità di vita del paziente sono la professionalità e l’umanità dello staff che lo assiste ogni giorno nei centri diurni e nelle residenze sanitarie assistite.

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