Sorgente

La cucina come terapia del sè

Sorgente srl persegue da quasi 15 anni l’obiettivo di promuovere il benessere e una migliore qualità di vita di tutti i suoi pazienti.
Questa mission viene perseguita attraverso una serie di laboratori, come quello di cucina, che rende protagonisti gli ospiti delle strutture riabilitative.
Da un anno a questa parte, infatti, ogni settimana le persone diversamente abili possono “mettere le mani in pasta” e cimentarsi in ricette gustose e divertenti, condividendo momenti ludici, di socializzazione e anche di impegno psicomotorio.
Il laboratorio di cucina è ideato e curato dalla dottoressa Lisa Francioso, psicologa delle strutture servite da Sorgente srl, in collaborazione con il tecnico della riabilitazione, il dottor Enzo Sergi, e delle coordinatrici delle strutture, che individuano i tutor del mini gruppo, e prevede la partecipazione di micro-gruppi composti da 5-6 persone.
Ma che valore terapeutico svolge un laboratorio di cucina? Sono molteplici le abilità sviluppate da chi vi partecipa. Innanzi tutto, si conseguono abilità di tipo motorio:

  • Migliorare l’attività motoria di mani e dita grazie alla manipolazione di vari materiali, come farina, acqua, olio, zucchero, etc.
  • Sviluppare la coordinazione oculo-manuale, facendo corrispondere alla percezione visiva quella tattile.

A queste abilità si aggiungono poi quelle di tipo identitario e psicologico:

  • Creare un clima di cooperazione e integrazione tra i partecipanti.
  • Favorire la socializzazione e il divertimento.
  • Accrescere l’autostima del partecipante che, nel vedere il risultato del proprio lavoro, ne percepisce la tangibilità.
  • Sviluppare la capacità di portare a termine piccoli compiti.
  • Stimolare la creatività singola e collettiva.

Ciascuna pietanza preparata nel corso del laboratorio viene preventivamente scelta dal gruppo prima dell’esecuzione materiale: insieme ai propri tutor, il gruppo seleziona gli ingredienti e la strumentazione necessaria alla creazione, si individua il procedimento richiesto dalla ricetta e, infine, viene predisposto l’ambiente in cui indossare grembiuli e cappelli da chef. Al termine della preparazione, si conclude con gioia con la degustazione di quanto appena cucinato.
Anche le papille vogliono fare la propria parte, insomma, nel migliorare il benessere globale delle persone.