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Le malattie neurologiche hanno un grosso impatto sulla popolazione: in Italia, 6 milioni di persone soffrono di emicrania, 12 milioni patiscono disturbi del sonno e sono oltre 1.200.000 le persone affette da demenza, di cui 720.000 da Alzheimer e 400.000 dalla malattia di Parkinson.

La letteratura scientifica ha dimostrato come i segnali della presenza di una malattia neurologica siano individuabili già diverso tempo prima dell’acuzie. Ed è su questo tema che è incentrata l’edizione 2022 della Settimana del cervello, in programma dal 14 al 20 marzo.

Nel caso del Parkinson, per esempio, gli studi hanno dimostrato che la malattia inizia a svilupparsi oltre 10 anni prima della comparsa dei suoi sintomi più importanti, che in genere si manifestano fra i 50 e i 60 anni. Ed è preoccupante l’incremento dei casi del Parkinson giovanile, che compare fra 21 e 40 anni, e che è passato negli ultimi 60 anni da una frequenza dell’1% a punte del 18,5%, mantenendo una media generale del 5% circa.

Che cos’è la malattia di Parkinson?

È una malattia neurodegenerativa a evoluzione lenta ma progressiva, che colpisce alcune funzioni, come l’equilibrio e il controllo dei movimenti.

Quali sono i sintomi principali?

I sintomi cardinali del Parkinson sono:

  • bradicinesia (rallentamento motorio);
  • rigidità e tremore a riposo, che portano a instabilità posturale. Spesso questi sintomi sono associati in vario modo a problemi cognitivi, comportamentali (depressione) e sensoriali (calo dell’olfatto);
  • stipsi ostinata persistente per oltre 2 anni;
  • iperidrosi (sudorazione abbondante);
  • sonno agitato (sindrome gambe senza riposo);
  • dispepsia (difficoltà a digerire);
  • abbassamento della pressione quando ci si alza in piedi.

Quali sono le cause della malattia di Parkinson?

Non è ancora ben chiaro quali siano le cause scatenanti, ma più in generale sono stati individuati due ordini di cause:

  • caratteristiche genetiche: alcune mutazioni sono legate ai geni alfa-sinucleina, parkina, PINK1, DJ-1, LRRK2 e la glucocerebrosidasi GBA.
  • caratteristiche ambientali: esposizione a fattori tossici (come i pesticidi o gli idrocarbrui-solventi).

I segni premonitori della diagnosi possono comparire già nei sei anni antecedenti l’acuzie del Parkinson: spesso si manifestano con problemi relativi a normali attività quotidiane.

A formulare la diagnosi è un neurologo esperto, che valuta la completa storia clinica del paziente, comparandola con i risultati di esami diagnostici specifici.

Come curare il Parkinson.

Oltre alle terapie farmacologiche e a una corretta dieta alimentare, un prezioso alleato è la fisiochinesiterapia, che svolge una funzione riabilitativa di “riallenamento” al movimento, con cui contrastare la lentezza, la rigidità e la mancanza di coordinamento motorio. È importante scegliere con cura il ciclo di esercizi, che devono essere mirati e valutati sulla base dello stato di avanzamento della malattia, dei suoi sintomi e dell’età del paziente.

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