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La figura dello psicologo: a colloquio con la dottoressa Marta Napoli, psicoterapeuta e collaboratrice della rsa “Il Secolo”

Le residenze sanitarie assistenziali svolgono una funzione fondamentale non solo nell’assistenza medica dell’ospite, ma anche nel mantenimento di un’elevata qualità della vita. Uno dei ruoli cardine dell’assistenza in rsa è svolto dalla figura dello psicologo, che, attraverso una serie di attività, test e colloqui, aiuta soprattutto chi è affetto da Alzheimer o demenza senile a mantenere le proprie funzioni cognitive residue. Per capire com’è articolata la giornata di un ospite in rsa, iniziamo un viaggio all’interno delle professionalità che operano all’interno di queste strutture.

Incominciamo con la dottoressa Marta Napoli, psicoterapeuta in formazione nell’ambito della terapia cognitivo-comportamentale e collaboratrice della rsa “Il Secolo” di Racale.

Dottoressa Napoli, cosa sono i colloqui di sostegno?

I colloqui di sostegno hanno come obiettivo aiutare l’ospite a trovare altri modi di agire, altre opzioni, altre possibilità, altre idee che facilitino e permettano la riorganizzazione e il superamento del cambiamento della loro vita, come l’inserimento nella rsa. lo scopo dei colloqui è favorire e promuovere il “ben-essere” e lo “stare bene” degli ospiti.  Queste condizioni, a prescindere dalla situazione sanitaria dell’anziano, dalla sua autosufficienza o non autosufficienza, sono parte integrante della cura e della presa in carico. È di fondamentale importanza tenere conto della sfera cognitiva del paziente, e quindi, delle eventuali difficoltà nello stilare un programma di intervento personalizzato. Ma occorre soprattutto tener presente i punti di forza della persona e della sua sfera emotivo-affettiva, per stimolare una buona consapevolezza di sé e una maggiore disponibilità alla convivenza in struttura.

In cosa consiste il training cognitivo?

Il training cognitivo consiste nella pratica ripetuta di attività ideate e strutturate sul singolo e sul gruppo col fine ultimo di potenziare e mantenere abilità cognitive deficitarie riguardanti funzioni esecutive, quali la memoria autobiografica, associativa, memoria a breve e lungo termine, attenzione, linguaggio, abilità prassiche.

Cos’è la ROT e perché viene impiegata?

La terapia di orientamento alla realtà ha come obiettivo il mantenimento delle capacità cognitive che la malattia tende a far perdere e che, invece, attraverso l’esercizio possono essere mantenute un po’ di più. Può essere svolta sul singolo o in piccoli gruppi. Si lavora in particolare sull’orientamento al luogo e al tempo, ricordando per esempio in che giorno, mese e anno ci si trova e sulla memoria autobiografica, attraverso l’ausilio di foto o oggetti che possano aiutare la riattivazione cognitiva. Questa terapia consiste in una stimolazione multimodale, in quanto è eseguita attraverso stimoli verbali, visivi, scritti, gestuali. Possiamo distinguere la ROT informale, che è un processo di stimolazione continua, in cui si forniscono per tutto l’arco della giornata informazioni relative a spazio e tempo, per aiutare l’ospite a mantenere il contatto con la realtà e a orientarsi: sin dal risveglio, è utile comunicare informazioni apparentemente banali, come il giorno e la stagione, e la continua ripetizione delle informazioni aiuta a conservarle maggiormente nel tempo. La ROT formale, invece, consiste in sedute di piccoli gruppi, all’interno dei quali si compiono attività di stimolazione. Obiettivo fondamentale è ridurre la tendenza all’isolamento, rendendo l’ospite partecipe alle relazioni sociali e all’ambiente che lo circonda.

Cos’è la terapia della reminiscenza?

La terapia della reminiscenza consiste in un intervento riabilitativo psicosociale di gruppo, in cui grande importanza assumono i ricordi, considerati spunto per stimolare le risorse mnesiche residue e per recuperare esperienze emotivamente piacevoli. L’utilizzo di questa terapia contribuisce a prevenire il processo di disintegrazione della personalità, garantendo l’allenamento mentale necessario per l’attività introspettiva, arricchendo i propri ricordi e facilitando gli aspetti relazionali.

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