Sorgente

Era il 31 dicembre 2019 quando le principali agenzie del mondo lanciavano informazioni di tale portata: “Le autorità cinesi hanno avviato un’indagine sulla diffusione di una polmonite virale nella Cina Centrale”.

Cominciava così la più grande emergenza sanitaria mondiale degli ultimi cento anni.

Il 20 febbraio 2021 segna un anno dalla comparsa del Covid-9 in Italia, con il ricovero del trentottenne di Codogno, nel Lodigiano, passato alla storia con il nome di Paziente 1, primo caso accertato di Coronavirus in Italia.

Da quel momento, la nostra Nazione ha vissuto mesi concitati, fatti di ospedali affollati, due milioni di morti nel mondo, lockdown in diverse parti del mondo e in varie forme, con una radicale trasformazione delle nostre abitudini: ogni Stato studia la via migliore per contenere l’epidemia e i decessi, tanti i miliardi spesi per dare sostegno a lavoratrici e lavoratori, una profondissima crisi economica con tassi di decrescita mai visti prima.

Le persone non si stringono più la mano, ci si tocca il gomito per salutarsi, si sta a distanza di un metro l’uno dall’altro…

Dalla dichiarazione dello stato di emergenza del 31 gennaio 2020 per COVID – 19 (Delibera del Consiglio dei Ministri 31 gennaio 2020 – Dichiarazione dello stato di emergenza del rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili – GU Serie Generale n. 26 del 01.02.2020), al bisogno sanitario viene dato un riscontro immediato, con una serie di misure urgenti: Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri, ordinanze regionali e del Ministero della salute, decreti legge per contenere gli effetti epidemiologici.

Con il decreto Cura Italia si finanzia l’acquisto di impianti ed attrezzature per la cura dei pazienti COVID-19 (impianti di ventilazione assistita nei reparti di terapia intensiva), e vengono disposti la requisizione di presidi sanitari, di beni mobili e immobili (anche alberghieri), il potenziamento immediato dei reparti ospedalieri di terapia intensiva, in particolar modo nelle regioni più colpite. Con riferimento all’assistenza ospedaliera, si coinvolgono le strutture pubbliche e private accreditate con redistribuzione del personale (medici e infermieri) che si concentra nei reparti di terapia intensiva e subintensiva, grazie ad un percorso formativo rapido e qualificante per il supporto respiratorio. Si potenzia e si riorganizza la rete dell’assistenza territoriale, in particolare dei reparti di pneumologia e virologia, mediante l’incremento del monte ore della specialistica ambulatoriale convenzionata, e dei Pronto soccorso.

In linea con tali misure, si potenzia l’assistenza domiciliare integrata – ADI -, con la finalità di intensificare le prestazioni domiciliari, diminuendo il ricorso a forme di assistenza e cura istituzionalizzate (lunghe degenze e ricoveri in RSA). 

Al fine di contenere (per quanto possibile) i danni di questo terribile fenomeno, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomanda che gli operatori sanitari applichino adeguate misure di prevenzione e controllo delle infezioni in generale, e delle infezioni respiratorie in particolare; vengono predisposti programmi di formazione e di addestramento del personale sanitario e di assistenza su: 1) caratteristiche dell’infezione e sulle modalità di trasmissione, epidemiologia, diagnosi, trattamento, procedure da seguire in presenza di un caso sospetto; 2) precauzioni standard: igiene delle mani, igiene respiratoria, utilizzo di dispositivi e DPI appropriati (guanti, mascherina chirurgica, FFP2, FFP3, occhiali di protezione/visiera, camice monouso -possibilmente idrorepellente), gestione appropriata della biancheria, pulizia ambientale e sterilizzazione delle attrezzature e degli ambienti; 3) precauzioni per la prevenzione di malattie trasmesse per via aerea.

Le strutture residenziali sociosanitarie (strutture residenziali per persone non autosufficienti, Residenze Sanitarie Assistenziali – RSA o similari, Residenze Sanitarie per Disabili, case di riposo),   che ospitano una popolazione particolarmente fragile nello scenario epidemiologico attuale, per tutta la durata dell’emergenza, dispongono.

La staff della Sorgente srl, mantenendosi al passo con l’informazione e le notizie, non sottovaluta il problema anche senza ancora che vengano registrati casi in Puglia.

Già a fine febbraio ci vedeva così impegnati al reperimento degli introvabili DPI mettendoci in contatto con fornitori.

Prima che uscissero i decreti e le diverse ordinanze, Sorgente srl, chiedendo la collaborazione delle famiglie, praticava da subito il divieto di accesso nelle strutture da parte di familiari e conoscenti, nonché di personale dipendente qualora presenti sintomi di infezione respiratoria acuta, anche di lieve entità, o che abbiano avuto un contatto stretto con casi di COVID-19 sospetti/probabili/confermati negli ultimi 14 giorni, ma anche di fornitori.

Si diede vita così da subito ad una sorveglianza sanitaria che fu via via confrontata con i diversi decreti che man mano venivano emanati con le relative linee guida e ordinanze regionali.

La nostra sorveglianza sanitaria così già iniziò a prevedere la misurazione della temperatura (con termometri che non prevedono il contatto, o termoscanner fissi, ove disponibili del personale;  la misurazione della temperatura quotidianamente due volte al giorno all’utenza, sempre attraverso termometri per la misurazione a distanza;

Il tampone molecolare ad ogni dipendente che dovrà rientrare da ferie o malattie; l’allontanamento precauzionale del dipendente dalla struttura per ogni dubbio collegato al Covid (non solo contatti diretti, ma anche secondi o terzi contatti o situazione dubbie in attesa che si chiariscano).

Da subito la Sorgente srl ha bloccato i nuovi inserimenti.

Nel caso di ingressi, nuovi o precedenti,

Nel caso di ingressi nuovi o avvenuti (non più rimandabili) la valutazione segue i seguenti criteri:

  1. l’andamento del contagio della zona da cui perviene l’utente, comunque stabilizzato in seguito al transito in struttura ospedaliera, con un’aggiornata terapia farmacologica, con una mappatura di controlli ematici ed ecg, al fine di scongiurare disagi o lungaggini legate all’epidemia una volta che il pz è stato inserito;
  2. l’andamento del contagio nelle nostre zone per evitare di occupare camere per l’isolamento, necessarie per gli utenti sospetti già domiciliati;
  3. L’utente (nuovo inserimento) deve eseguire il tampone molecolare entro le 72 ore precedenti all’ingresso e deve accettare di restare in una condizione di isolamento per n. 14 gg, in una stanza dedicata. Solo dopo i 14 gg, non riscontrando sintomi correlati a Covid e con tampone negativo, potrà uscire dalla camera e trovare sistemazione insieme agli altri utenti.

Si valuta inoltre:

  • La riduzione e il relativo rinvio (ove possibile) delle visite specialistiche ed esami strumentali presso gli presidi ospedalieri;
  • L’uso di mascherina FPP2  e accurata igiene delle mani a fornitori e manutentori la cui permanenza nei locali deve essere limitata al tempo strettamente necessario per l’effettuazione delle attività specifiche. La consegna della merce da parte dei fornitori di beni alimentari/farmaci o corrieri avviene lasciando la merce fuori all’ingresso della struttura;
  • Si è incentivato il collegamento in remoto con Tribunali, UEPE, Centri di Salute Mentale e Periti oltre che con le famiglie, che possono salutare i propri cari e partecipare al Programma in videochiamata;
  • Si è dato da subito il via ad una puntuale campagna di informazioni su Covid-19: come si trasmette, le misure da adottare…, il tutto attraverso locandine, cartelli illustrativi, video ed ogni mezzo utile, al fine di allertare utenti e operatori rispetto ad un fenomeno che ha stravolto la vita di tutti noi.

E’ questo lo scenario che si è prospettato e che ancora perdura nelle realtà nelle strutture della Sorgente, dove, nonostante le difficoltà di gestire concretamente ed emotivamente quanto sta accadendo da dodici mesi a questa parte, intere équipe di operatori sanitari continuano a lavorare alacremente per la salute e il benessere dei nostri amati ospiti. Il virus ci ha sicuramente messo a dura prova ma non ha scalfito l’amore per le cose che facciamo, perché nei nostri cuori e nelle nostre menti il messaggio di speranza è sempre lo stesso: “Andrà tutto bene!” e “Ce la Faremo!!!”

Referenti Covid

Dott.ssa Ponzetta Maria Rita

Dott. Francioso Francesco

4 comments on “C’era una volta il Paziente 1…

  1. Un’azienda appassionata, orientata alla cura e al benessere delle persone. Piccole e grandi azioni in grado di alleviare le sofferenze e i disagi sempre più diffusi, conforto per i singoli e per intere famiglie.
    A questa realtà così laboriosa un sentito grazie!

  2. Unici … tutti insieme fate la BELLISSIMA REALTA’
    “vox Populi, vox Dei” … vuole indicare che, quando il popolo è concorde nell’affermare una cosa, quella cosa corrisponde a verità.
    BRAViiiiiiiiiiiii

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